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NYMPHOMANIAC di Lars von Trier (2013) Plateau orgasmico

Ci sono film che ti arrivano al cuore, film che ti arrivano al culo e film che non vanno da nessuna parte. Nymphomaniac si bea di una particolarità tutta sua: ti entra nel culo per arrivarti al cuore. Adottando riferimenti alti e meno alti (ma con coscienza di ciò), passando per combinazioni armoniche, Bach, Prusik, Mozart, le papere, i Rammstein, Poe, i Talking Heads e quant'altro, il film vive di una  orchestrazione, di una narrazione pregnante, corposa, auto-ironica, divertente, congestionante, celeste e oserei dire apollinea nel suo non smarrirsi in altro. Ma prima di tutto, giustamente e in modo peloso, bisogna dire che la divisione in due capitoli poteva tranquillamente essere evitata in quanto fortemente invalidante; si può perciò parlare di coitus interruptus? E soprattutto nonché in special modo la questione censura; una questione che offre al povero spettatore un quadro macchiato, un'arte amputata. Or dunque nel cercare, sicuramente in modo inappropriato, di dire qua

MUKHSIN di Yasmin Ahmad (2007) Il mondo sopra un albero

Se da una parte sospetto di non aver mai visto un film malese fino ad ora, dall'altra credo che Mukhsin sia effettivamente il primo film malese che vedo. E, a visione ultimata, mi son domandato il perché io abbia aspettato tanto per imbattermi in un film malese. Dislocazioni geografiche a parte, ciò che conta è la capacità di saper raccontare storie come questa, di saperle raccontare con un animo al contempo leggero e profondo, cesellando in modo naturale la quotidianità e in questo caso, il racconto di un episodio estivo: l'incontro tra due adolescenti, rispettivamente di dodici e dieci anni. Da una parte Mukhsin, figlio di una famiglia disgregata, e dall'altra Orked, figlia di genitori che si amano come ragazzini o almeno come tutti vorremmo si amassero i genitori mentre solitamente si detestano e si sopportano fino a che morte non li separa. Ed è proprio al contesto di Orked che viene affidata l'introduzione del film. Una introduzione che già ci mette innanzi un mod

LOVE di Gaspar Noé (2015) Pene di pene

Il pene di Murphy è in fin dei conti un pene fortunello. A vedere il suo proprietario, un giovane senza nessuna specifica qualità, non si direbbe che così tante avventure abbiano scappellato il suo arnese da battaglia. Invece, questo viaggio a ritroso nella vita del pene di Murphy, è un susseguirsi di belle fanciulle al servizio dell’asta del protagonista. Anche se non si comprendono chiaramente le ragioni del successo sessuale di Murphy, ma tant'è: la sua asta circoncisa è circumnavigata abbondantemente da femminee morbidezze. Okay, Murphy ha la passione per il cinema (apprezzabili i suoi poster in cameretta), vorrebbe fare il regista e all'occasione si bea di essere un artista (diffidare sempre di chi si auto dà dell’artista) ma questo è sufficiente nel rendere credibile il suo accoppiarsi con qualsiasi gnocca a caso che gli capita sottotiro? È davvero questo bocconcino di maschio da non lasciarsi scappare a nessun costo? Tuttavia, giacché Murphy è un artista, il suo farsi d

DEMOLITION – AMARE E VIVERE di Jean-Marc Vallée (2015) Mazzate d’amore

Ciao, probabilmente non ci conosciamo. Magari sei da queste parti per caso e ora che stai leggendo da questo piccolo e rassicurante schermo incominci a credere di aver sbagliato tutto. Dovei acquistare un altro libro. Be’, io non penso sia così: non hai sbagliato tutto, per dire, non hai preso l’ultima fatica di Fabio Volo. Ti par poco? E io? Non sono un critico cinematografico; lo avrai capito. Non ho opinioni interessanti da elargire. Faccio abbastanza pena in ogni cosa che faccio. Come puoi osservare ho anche difficoltà ad usufruire dei mezzi della moderna tecnica. Avrò impaginato come si deve? Chissà quanti refusi. Che vergogna. Sai, una volta avevo un portatile, quelli con la mela… Si aveva una mela dietro. Non ce l’ho più, l’ho distrutto durante un’orrida sbronza. Pessimo vero? Dall’esterno può apparire una faccenda divertente, cose come questa possono essere viste come uno scacco alla monotonia. No. Non è così, non è divertente. Diciamo che è curioso e spassoso per chi non vive

BOJACK HORSEMAN di Raphael Bob-Waksberg (2014) Foto di gruppo con cavallo

Ultimamente non riesco ad infilare una parola dietro l’altra, le mie corrose sinapsi stanno colando a picco, un colabrodo, uno scollegamento di ponti. Perdonerai quindi l’approssimazione lessicale e la grammatica spiccia che sventolerò in allegato a questa non-recensione. La pretesa di dire qualcosa su BoJack Horseman mi dà colpetti col gomito ruminando un dai su di' qualcosa. BoJack, un uomo chiamato cavallo. Ci sono alcune cose di lui che capisco e non solo per via della medesima tonalità epidermica. In comune abbiamo anche lo stesso approccio con l’alcol. Per dire, potrebbe capitare di incontrarsi in etiliche e solitarie passeggiate notturne o anche in un primo pomeriggio intorno alle 16 con quota 12 bicchieri di sambuca bevuti. BoJack però è una ex stella della televisione. Non deve raccogliere monetine dal sedile posteriore dell’auto per racimolare il tanto per una San Miguel da 5,4 gradi. L’equino può comprarsi tutte le birre che vuole allo stesso modo di come può acquistare

IL CINEMA D’ISOLAMENTO (cioè , per chiudere, 10 film da vedere... da soli)

Autodistruttiva, colta, solitaria e dannatamente affascinante, Louise Brooks è l'icona che non è mai diventata star. In LULÙ - IL VASO DI PANDORA di Georg Wilhelm Pabst (1929) Lulù e la Brooks si amalgamano, lasciando solo intuire dove inizia l'una e dove finisce l'altra; seducendo - è il caso di dirlo - ulteriormente il povero spettatore incastonato nel 21° secolo, ormai troppo distante da quel superlativo caschetto nonché da quello sguardo massimo della Brooks. Estetica e personalità in un esito eutettico, una sintesi esplosiva in grado di attrarre alla pari uomini e donne. Distanze a parte, non avendo voglia di udir suonare il pianoforte (ma non per ragioni legate essenzialmente al pianoforte) ho visto questo film ascoltando KID A dei Radiohead. Il risultato è stato, devo dire, ottimo e nel finale How To Disappear Complety ci stava appiccato in modo oltremodo fisiologico. Certo, devo ammettere che la prima parte della pellicola è un po' troppo statica, fissata in un

ANIMALI NOTTURNI di Tom Ford (2016) Doppio sogno

C’è molta violenza nel mondo, ne convieni? A partire da quella più eclatante fino a scendere a quella più rarefatta. C’è violenza nei rapporti di coppia. Non credo che vi siano persone destinate a stare insieme, ci sono troppi confini, molte linee che si traversano senza mai veramente unirsi. Unirsi. Vogliamo parlare della versione corporea dell’unirsi? Anche il sesso ha la sua componente violenta. Basti solo immaginare un inutile pene che si addentra con nerborute spinte all’interno di una vagina. Ci entra e ci esce. Come se fossero una serie di coltellate, come se si esorcizzasse l’esercizio al nuocere. Il piacere non lo rende certo meno ambiguo, anzi. Il piacere è come un anestetico per sopportare, tollerare, uno scontro tra corpi ansimanti. Oddio, in realtà non ne so molto a riguardo della violenza. In tutta la mia demenziale esistenza ho dato solo un pugno, ed ero un bambino. Negli anni poi mi è capitato di prenderle, per i motivi più stupidi. Quelli da bar e da gente ubriaca. Ma