STAR WARS: EPISODIO II - L'ATTACCO DEI CLONI di George Lucas (2002) L'attacco dei funghi
Di per sé andare a funghi è una cosa piacevole. Respiri aria pulita, fai movimento, ti godi dei bei paesaggi, c'è il gusto della scoperta, urini all'aperto. Mi piaceva andare a caccia di funghi, non che il mio radar funghesco fosse particolarmente calibrato ma qualcuno riuscivo a pescarlo. In alternativa acciuffavo qualche asparago o mi fermavo a guardare quegli animaletti che fanno rotolare la cacca. Affascinanti. Certo, i funghi bisogna saperli cercare. Bisogna saper riconoscere il loro ambiente circostante nonché ricordarsi i luoghi cardine, ad esempio lì dove l'anno precedente li avevi già trovati. Il meraviglioso mondo delle muffe. Da dire che sulla via del fungo, per mia fortuna, non ho mai incontrato nessun predone Tusken ma soprattutto non mi sognerei mai di andare a raccogliere proprio quei funghi che crescono sui vaporatori. Chi è che si alza di buon'ora per andare a raccogliere i funghi che crescono su macchinari di metallo in un luogo portato al deserto e ai pericoli e alla morte? Be', una persona c'è ed è la madre di Anakin Skywalker. Ma prima di arrivare a questa curiosa quanto non proprio saporita ricerca bisogna passare attraverso imbronciati cacciatori di taglie, colonne sterminate di cloni, pianeti tempestosi, tre allegri mostriciattoli, inseguimenti spericolati e storie d'amore estremamente lacunose. In altre parole bisogna tornare nella celeberrima galassia lontana, lontana. Dopo un periodo di riflessione a seguito del deludente La minaccia fantasma, George Lucas cabla ulteriormente i circuiti spaziali e ci riporta con un attentato esplosivo nel cuore delle intricate vicissitudini della Repubblica Galattica. Il Governo scricchiola e la gente mormora. Un numero preoccupante di sistemi stellari è intenzionato ad abbandonare la Repubblica per unirsi ai separatisti che fanno capo al conte Dooku. La senatrice Amidala (Natalie Portman) - che ha esaurito il mandato da regina di Naboo - si appresta come gli altri a votare su una questione spinosa: la creazione di un esercito in supporto agli Jedi. Padmé non pensa che il metter su un esercito possa essere la soluzione migliore per contrastare i separatisti, troppo elevata sarebbe la prospettiva di una guerra. Non tutti sono d'accordo con l'atteggiamento pacifista di Padmé e da qui l'attentato che apre il secondo capitolo di Guerre Stellari.
La vicenda si fa intricata. Gli aspetti per ora confusi sono tali perché verranno poi chiariti nel terzo episodio. Per ora regna l'ambiguità, l'oscurità, l'invisibilità. Un complesso piano ad opera di uno oscuro Sith - Darth Sidious - pare essere in atto e ciò che vediamo sono una serie di simpatiche marionette o specchi per le allodole o pedine quali l'insidia della Federazione dei Mercanti, una misteriosa consegna di cloni da battaglia e un ex Jedi passato al lato oscuro della Forza, il conte Dooku (ex allievo del maestro Yoda) ora a capo della Confederazione Separatista. In una scacchiera così intricata da ricordare l'intricata tela ove si mosse il pronipote di Cesare, Caio Cesare Ottaviano - la cui trama vide, dopo cinque secoli, proprio la morte della Repubblica - non è semplice muoversi. Una difficoltà di movimento che porta una buona parte della sceneggiatura a rimbalzare qua e là in modo imbarazzante. L'imbarazzo maggiore è dato da quello che dovrebbe essere un punto cruciale della vicenda: il rapporto tra Anakin Skywalker e Padmé Amidala. La domanda più forte, quella che regna incontrastata per tutta la durata del film è Ma che cazzo ci trova Padmé in Anakin? Lei, una fanciulla così attenta, giovane e ugualmente matura d'improvviso cade innamorata di questo Padawan. Un giovinastro arrogante, presuntuoso, immaturo. “You are in my very soul, tormenting me” dice un languido e struggente Anakin alla bella Padmé. E alla fine lei non può che arrendersi a questa passione e ci ritroviamo or dunque innanzi ad un classico della vita di coppia. Quel classico per la quale amici o ex amanti ammoniscono la preda con un Non ti merita. Meriti di meglio.
Sì, Episodio II è più di ogni altra cosa al mondo un fulgido esempio di codesto errore di valutazione. Una cosa che noi spettatori vediamo subito. Come può questo grillino acquisire una qualche minima forma di attenzione da parte dell'intelligente Padmé? Usa con lei i trucchi mentali Jedi? Be', sarebbe l'unica spiegazione ragionevole assieme al sostegno di una lungimirante frase della stessa Padmé, “I think our lives are about to be destroyed anyway” (le citazioni in inglese sono dovute unicamente al fatto che il film l'ho visto in lingua originale). Ad ogni modo, tra un far volteggiare la frutta e un cavalcare mucche spaziali, il nostro Anakin riesce nel suo intento, lasciandoci sconfitti e sconfiggendo la ragione. Non c'è niente da fare, l'enorme mistero che vede persone legarsi ad altre persone che con loro non c'entrano nulla permane. Tolto questo modo estremamente approssimativo di raccontare la storia d'amore tra la senatrice e lo Jedi, Episodio II fa un passo in avanti rispetto al capitolo precedente. Molti gli elementi che possono far godere i vecchi estimatori. Innanzitutto la comparsa di Boba Fett. Probabilmente il personaggio più ambiguo della saga. Di Boba Fett, si potrebbe dire che è tutto suo padre. Ed in effetti così è. Boba è il clone non modificato di Jango. Inoltre, i Fett sono due ombrosi personaggi che se la giocano alla pari in fatto di senso dell'umorismo, nei due l'umorismo ruota intorno allo zero. Poi ci sono R2-D2 e C-3P8 che concretizzano il loro sodalizio. Vi è una abbozzo olografico della Morte Nera e vi è soprattutto, rullo di tamburi, il maestro Yoda che impugna la spada laser!!! Difficile se non impossibile render degnamente nota di questo evento se non sei un fan di Guerre Stellari ma vedere finalmente Yoda in azione è un qualcosa che ti rende felice. Doraemon che ti passa un ciuski, Totoro che ti appare sotto la pioggia mentre aspetti il bus, farsi una birra con Homer nel bar di Boe. L'avverarsi di queste cose può render l'idea di cosa significhi la somma Yoda, spada laser, duello. Significa esser presi per mano nel meraviglioso mondo dell'immaginazione, in piena età bimbesca.
Chissà come sarebbe stato assistere allo scontro tra Yoda e Dooku in età super giovane. Credo che mi sarei divertito ed emozionato parecchio. Se si pensa poi a come erano gli scontri con spade laser nella vecchia trilogia, al come appaiono lenti oggi. Eppure rimangono plausibili e amorevolmente vintage, imbanditi nel collante del boschetto della mia fantasia e delle mie pantofole. Sì, perché ho costretto la mia ragazza a pipparsi l'intera saga, in funzione dell'entrata in sala per Il risveglio della Forza. Apprezzo intensamente il suo darmi corda e il suo sorbirsi tutte queste ore di cose spaziali. Ma la mia coercizione vive anche esiti bizzarri come il fatto che lei non riesca più a scindere l'immagine del maestro Yoda da quello delle mie pantofole (fatte a forma di Yoda). Quindi mentre io vivo le emozioni date dal saggio maestro lei rivive le emozioni date dalle mie pantofole. Ma comunque è pur sempre tutto un carico di emozioni. Emozioni che Episodio II mette subito al tappeto con cose tipo l'improbabile innamoramento di Padmé per Anakin o cose come la madre di Anakin e la sua passione per i funghi che crescono sui vaporatori. Impossibile da vedere il futuro è, dice il saggio maestro. A ogni modo su alcune cose ci si può arrivare con l'intuito. Se ti alzi la mattina presto per andare a cogliere dei funghi appiccati su lamiere arrugginite devi innanzitutto mettere sul conto che il dopo pasto potrebbe essere ostico. Quanto possono essere commestibili quei funghi? Pensi di avere il digestivo adatto? Inoltre te ne vai in giro da sola in un ambiente ove si celano i predoni Tusken, ossia dei tipini non molto raccomandabili. È chiaro che un pochetto te le stai andando a cercare. Poca cosa può fare quindi tuo figlio che arriva giusto in tempo - incredibile coincidenza tra l'altro - per un ultimo saluto. Ma non c'è il tempo per riposarsi giacché poco dopo ecco sbucare il tremendo Reek, il mortale Acklay e il selvaggio Nexu. Chi sono? I tre mostri che devono prodigarsi per arrecare morte nell'arena ad Obi-Wan Kenobi, Padmé e Anakin. Per qualche oscuro motivo, qui e nelle scene di battaglia a seguire, Lucas dimostra di avere dei forti limiti. L'azione è piatta, ripetitiva, stancante. Anche la colonna sonora di John Williams è particolarmente spenta. A risollevare la noia sono gli abitini di Natalie Portman e l'ormai celebre combattimento del maestro Yoda, l'unico punto in cui il digitale va a braccetto con il coinvolgimento dello spettatore. Tra parentesi, da dar merito a J.J. Abrams del fatto che per il suo Star Wars ha optato per un approccio molto meno in CGI, giacché come giustamente sostiene “Non si può fingere la luce del sole”* e non può neanche piovere per sempre, aggiungerei io. Per il resto, tornando ad Episodio II, ove non c'è il digitale c'è il poco convincente (per usare un eufemismo) Hayden Christensen e gli sprecati ma per questo valorosi Ewan McGregor e Natalie Portman. Lei in particolare è davvero brava nel non sembrare completamente ridicola. Non è facile, quando ti mettono in bocca battute così imbarazzanti. Menzione speciale per Christopher Lee, mentre lo vedevo a bordo della moto volante non potevo non pensare al dietro le quinte (e quindi al suo cavalcare il nulla) e si è fatta strada in me, per contrasto, un atmosfera da film dei tempi che furono, tipo Flash Gordon. Vorrei spiegare meglio questa cosa ma c'è qualcuno che mi chiama, alle spalle, in un angolo. Sì, si fanno avanti loro, le mie pantofole di Yoda.
*http://www.badtaste.it/2015/08/18/star-wars-il-risveglio-della-forza-un-mucchio-di-dichiarazioni-del-cast-dalla-d23/139676/
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